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Alitalia: i piani di Air France su Malpensa

dal corrispondente Attilio Geroni

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1 febbraio 2009

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Quando è stato annunciato l'accordo sul vostro ingresso nella nuova Alitalia, Les Echos ha titolato Merci Silvio. Grazie, per aver consegnato alla prima compagnia aerea mondiale, una società senza debiti, senza esuberi e con una posizione ancor più forte sul mercato interno. Lei ringrazia il premier italiano?
Penso che la fusione di Alitalia con AirOne sia stata un progresso notevole rispetto al dossier precedente. E da questo punto di vista mi sento di dire veramente: "Merci, Monsieur le premier ministre". Il fatto di aver riunito tutte le forze italiane del settore è stato un progresso immenso, che dà alla nuova Alitalia molte più possibilità di successo rispetto all'organizzazione del trasporto aereo precedente.

Allora, è migliore questo schema di partnership concordato con il Governo Berlusconi oppure il progetto di acquisizione che avevate presentato al Governo Prodi, dove vi facevate carico anche dei debiti?
Direi che l'apporto di AirOne fa la differenza: rappresenta allo stesso tempo il raggruppamento del potenziale del trasporto aereo italiano e una flotta moderna. In questo senso il piano del Governo Berlusconi è probabilmente migliore dello schema tentato col Governo precedente.

Quindi si sente di ringraziare anche il sindacato, la Cgil, per essersi opposto a quella prima configurazione?
Mah, non saprei…

Anche un no comment può essere carico di significati.
Ecco, allora rispondo: "No comment".Jean-Cyril Spinetta ©AFPL'eterna diatriba Malpensa-Fiumicino, e mettiamoci pure Malpensa-Linate, è una delle cause del disastro della vecchia Alitalia. Iniziare con tre voli intercontinentali all'aeroporto di riferimento di una delle regioni, delle zone più ricche e dinamiche d'Europa, non è un po' poco?
Il dossier degli aeroporti ha subito una certa evoluzione nel tempo. Il piano presentato dalla società acquirente di Alitalia alla fine di agosto ha messo sul tavolo, e senza lavorare con noi, due opzioni sul sistema aeroportuale. Una è Milano Malpensa, a patto però che venga ridefinita la vocazione di Linate come aeroporto specializzato sui voli interni. Oppure, se ciò non sarà possibile, si andrà su Fiumicino come piattaforma di riferimento. Roberto Colaninno e Rocco Sabelli, ricordo che eravamo a Parigi, alla sede di Air France, sempre alla fine di agosto ci hanno chiesto un parere e noi gli abbiamo risposto che entrambe le opzioni sembravano sensate e razionali, quindi valide per noi.
In un'economia della densità, com'è quella del trasporto aereo, si devono fare scelte chiare, nette. I compromessi troppo sottili, anche se all'inizio sembrano soddisfacenti, alla fine possono risultare deludenti.

La domanda che tutti si pongono in Italia, non soltanto i più maliziosi, è la seguente: quando Air France-Klm prenderà il controllo di Alitalia? Esiste un patto segreto per facilitare questa operazione in un dato momento?
No. Non esiste alcun patto segreto, nessuna side letter. Perché siamo una società quotata in Borsa, e quindi non avremmo il diritto di farlo. Perché nemmeno lo vorremmo. Il tempo in cui nel capitalismo francese si usava mettere certi documenti in cassaforte è finito dieci-quindici anni fa. Oggi ci sono obblighi stringenti di comunicazione al mercato, agli azionisti.

Quindi nulla di nulla?
Nulla, lo ripeto. Se non le clausole di lock-up che tutti conoscono. Durante i primi 4 anni gli investitori italiani iniziali possono vendere le quote soltanto tra loro e non a noi. Tra il quarto e il quinto anno anche Air France-Klm può entrare nel lotto di quanti possono acquistare dagli investitori italiani. E dopo il quinto anno un investitore iniziale potrà vendere a chi vuole, una volta rispettato il diritto di prelazione.

Avrete almeno degli obiettivi di aumento della vostra partecipazione?
Guardi, nelle clausole esiste anche la possibilità, per gli investitori italiani, di estrometterci nel caso lo volessero. Non volevano trovarsi nella situazione in cui questa specie di "poison pill" del 25% di Air France Klm avrebbe loro impedito di vendere a qualcun altro. Questo punto di vista ci è stato espresso e l'abbiamo tradotto, per loro, in una call option, ovviamente a un prezzo minimo predefinito.
  CONTINUA ...»

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